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offerte a cappello on-line

 



Il denaro raccolto viene impiegato dall'attore per vivere nei giorni in cui recita su strada, nonché per acquistare materiali per la scena e il carburante necessario per gli spostamenti presso i Comuni in cui avverranno le future stanzialità. Durante l'offerta c'è la possibilità di scrivere un commento e/o il proprio indirizzo e-mail per essere informati sullo sviluppo del progetto.
L'attore ringrazia

Rassegna stampa

Sotto i tigli con Salgari e il mite ribelle del teatro

Lo si può definire un "irridotto": non un irriducibile ideologico, ma un mite ribelle alle forme convenzionali del rapporto fra arte e potere, Marco Gobetti, titolare del marchio (depositato) "Teatro Stabile di Strada" che da anni sfida sé stesso e le istituzioni catturando il pubblico con la forma politica e artistica che consiste nel riproporre nella via spettacoli già proposti nel sistema teatrale mainstream. Da stasera a domenica Gobetti propone in largo Montebello a Torino, alle 21 "Le meraviglie del 2000"" dal romanzo visionario del 1907 di Emilio Salgari, alternando letture e brani narrati e interpretati in maniera personale. Una puntata a sera, sotto i tigli, senza biglietto d' ingresso.

08 luglio 2011 —   La Repubblica

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/07/08/sotto-tigli-con-salgari-il-mite-ribelle.html 




L'attore senza teatro di Carlo Petrini - La Repubblica - 30 gennaio 2011:
leggi qui





(…) nel Teatro Stabile di Strada® di Marco Gobetti, l'ossimoro fra stabilità del teatro e instabilità del luogo ricrea lo spazio per un serissimo, e brevettato, percorso di riappropriazione di un ruolo e di un tempo teatrale che si incarna nell'esperienza di un singolo attore su strada e non di strada. (…)

 

Roberto Ranieri  su Eventi Magazine, La rivista online di cultura, arti e spettacolo del Servizio Eventi del Comune di Venezia - Luglio 2007




Collegamenti alle pagine pubblicate dall'Assessorato alla Produzione Culturale del Comune di Venezia, in occasione della settima stanzialità:

http://www.culturaspettacolovenezia.it/index.php?iddoc=8340&tpl=schedarivista (intervista)

http://www.culturaspettacolovenezia.it/index.php?iddoc=8306 (presentazione evento)

 

 


 

 

NOTIZIA SUL TEATRO STABILE DI STRADA


di
Maura Sesia


su
inScena – La rivista mensile dello spettacolo diretta da Nuccio Messina (n° 7 – anno 2006)


“Essere ascoltati: una conquista, non un presupposto, tanto meno un diritto”. Lo asseriva Gian Renzo Morteo, docente, traduttore e critico prematuramente scomparso, pensando agli attori, perno del teatro in cui credeva, e alla loro relazione con gli spettatori. Un privilegio, catturarne la fantasia. A questo principio si è ispirato Marco Gobetti del Barrito degli Angeli, ideatore del primo Teatro Stabile di Strada. Controcorrente ma senza aggressività, è un esclusiva mondiale con tanto di copyright che è nata a Torino. Un progetto che prevede la stanzialità all’aperto di uno spettacolo sul suolo pubblico, per tre o più giorni consecutivi, con offerta libera a cappello. Referenti prioritari sono i comuni, interpellati quali redivivi mecenati se scelgono di offrire all’attore vitto e alloggio. Altrimenti, nel rispetto delle normative vigenti, lo spettacolo continua, mantenendosi con gli incassi e cambiando piazza quando il pubblico si esaurisce. Marco Gobetti vive del mestiere d’attore, regolarmente scritturato; al contempo scrive testi o monologhi, distribuiti negli abituali circuiti. Questi medesimi lavori fanno parte del repertorio del Teatro Stabile di Strada, un’idea per avvicinare al teatro tutti, a prescindere dall’età o dalla classe sociale, in assoluta libertà di fruizione. Sono piéce che nulla hanno a che spartire con quanto solitamente si vede en plein air. Il primo esperimento vincente si è tenuto presso il duomo di Torino per quindici giorni: Marco Gobetti ha recitato il suo Voglio un pappagallo – Matthew Smith: il p(r)ezzo della vita di un uomo. Una storia surreale, con richiami alla tragica attualità delle torri gemelle. La seconda stanzialità si è tenuta a Chieri, la terza a Montelupone, nelle Marche, primo municipio a sposare appieno il progetto, con vitto ed alloggio pagati all’artista che, in parallelo alla sua routine professionale, continuerà a propugnare il Teatro Stabile di Strada.

 

 



STABILE Sì, MA IN STRADA


di Monica Bonetto

su Torinosette - supplemento settimanale de La Stampa
(n° 933 - dal 22 al 28 giugno 2007)

E' uno strano esperimento in controcorrente. Semplice ed efficace nella sua realizzazione, coraggioso, animato da passione, agito con professionalità e cura. E' il Teatro Stabile di Strada. L'ha inventato Marco Gobetti, attore torinese di solida formazione ed esperienza, che la scorsa estate ha deciso di portare un monologo, "Voglio un pappagallo - Matthew Smith: il p(r)ezzo della vita di un uomo" fuori dalle sale teatrali e dai luoghi consacrati per la scena.
Per una quindicina di giorni, nel luglio del 2006, Gobetti arrivava con il suo carretto carico di cuscini e pochi oggetti per la scena e si sistemava in piazza San Giovanni di fianco al Duomo. Sistemava i cuscini a terra per il pubblico, posizionava luci a gas, una sedia per sé, accoglieva il pubblico che si avvicinava incuriosito e cominciava lo spettacolo. Al termine, un cappello per le offerte e un libro su cui, chi voleva, poteva scrivere pensieri e annotazioni riguardo a ciò che aveva appena visto. Il passaparola aveva funzionato quasi subito e il pubblico, avvertito od occasionale, non è mai mancato. Dopo si sono avvicendate altre stanzialità: a Chieri, a Macerata, ad Alba. Ora, la quinta stanzialità è di nuovo a Torino, nel posto dello scorso anno, con il medesimo, gustoso, avvincente monologo. Dal 22 al 28 giugno alle 21.30. Poi, dal 30 giugno al 2 luglio, sempre alle 21.30, in via Accademia delle Scienze, di fronte a Palazzo Carignano. Da non perdere.



E COSì IL TEATRO DI STRADA DIVENTA "STABILE"

di Tiziana Platzer

su Torinosette - supplemento settimanale de La Stampa
(n° 887 - dal 30 giugno al 6 luglio 2006)

 

Un'idea che sembra così semplice da far impallidire la scoperta dell'acqua calda, e al tempo stesso così interessante, centrata su propositi reali di attenzione culturale e passione teatrale da non potere passare inosservata. L'inizio è di quelli comuni, invio di una e-mail con la presentazione di un progetto, perché il fatto che la notizia circoli è parte essenziale: al pubblico, ai Comuni del Piemonte, agli organi di informazione la compagnia "Il Barrito degli Angeli-Marco Gobetti" fa sapere che nasce il "Teatro Stabile di Strada".
Un marchio registrato, e questo sarà probabilmente l'unico atto ufficiale di una forma nuova di contaminazione del sistema teatrale, un'avventura che non va tradotta come ennesima esperienza di "teatro di strada", bensì di "teatro per la strada". Ecco l'originalità, la ricerca di stanzialità generata dal nomadismo artistico, perché Marco Gobetti, attore che vive facendo il suo mestiere sui palcoscenici italiani con una compagnia di Ascoli e non solo, ha avuto voglia di immaginare una condizione diversa, anche politica, di vivere il teatro: offrire lo spettacolo alle città, chiedere ospitalità se la piazza è distante da Torino, e in qualunque modo essere "stabile" fin dove il ricavato economico a cappello lo permette.
"Un teatro artigianale, semplificato" spiega, "che evita i meccanismi della distribuzione, i costi produttivi". La filosofia è anche più profonda, insegue un teatro popolare con l'esigenza di recuperare il rapporto con il pubblico: "Per strada lo spettatore si ferma oppure se ne va, può non offrire nulla o molto, nella totale libertà".
Il Teatro Stabile di Gobetti viene varato con la prima stanzialità di 15 giorni, da lunedì 3 al 17 luglio, in piazza san Giovanni, a fianco del Duomo, lì tutte le sere alle 22 il pubblico potrà assistere allo spettacolo "Voglio un pappagallo", monologo già rodato nei teatri torinesi ma che ben si adatta a una rappresentazione per strada: a Torino, occupando uno spazio di due metri per due e con uno spettacolo non superiore a un'ora non c'è necessità di permessi né pagamento del suolo pubblico. Solo dopo queste prime due settimane la compagnia deciderà il proseguimento della "tournèe", e intanto la bella stagione aiuta. 


 

 


Innesca una ridente rivoluzione Marco Gobetti  del Barrito degli Angeli, che replica da oggi al 17 luglio, alle 22 in piazza San Giovanni 2, Voglio un pappagallo. Matthew Smith: il p(r)ezzo della vita di un uomo. Libertaria è la cornice, perché il monologo è parte attiva del primo consapevole progetto mondiale di "Teatro stabile di strada": all'aperto, nello stesso luogo, alla stessa ora, per più giorni, con eventuale compenso a cappello. La compagnia opera nei circuiti commerciali esistenti e questo bel testo, surreale, avvincente, popolare, è stato già presentato al chiuso; le prossime rappresentazioni autogestite dimostrano l'urgenza di un teatro possibile anche al di fuori di contesti protetti e finanziati. Il professionismo non passa solo attraverso i contributi. Il "Teatro stabile di strada"  resiste grazie alle offerte libere e all'eventuale ospitalità dei Comuni, in un'ottica di mecenatismo illuminato. Una stanzialità frazionata sul territorio, favorendo l'incontro imprevedibile con il pubblico e rendendo lo spettacolo avvenimento e non prodotto. Il lavoro è semplice, dura un'ora, ha un telo nero per fondale, una sedia, una camicia e un attaccapanni, molti personaggi incarnati tutti dall'autore ed interprete, Marco Gobetti, che dopo Torino stazionerà in altre piazze. [...]

Maura Sesia La Repubblica, 3 luglio 2006

 


 

 


Ha debuttato ieri - ma lo ritroverete ogni sera, alle 22 fino al 17 luglio in piazza san Giovanni (di fianco al Duomo) - lo spettacolo Voglio un pappagallo - Matthew Smith: il p(r)ezzo della vita di un uomo presentato dalla compagnia "Il Barrito degli Angeli-Marco Gobetti" nell'ambito del progetto "Teatro Stabile di Strada®". E' originale e inedita, la formula utilizzata da "Teatro Stabile di Strada®": si fonda su una "stanzialità frazionata". In altre parole, la compagnia dà appuntamento sempre sulla strada, nello stesso luogo, alla stessa ora per più giorni, riuscendo da un lato a creare una sorta di instabile teatro stabile, dall'altro ad aggirare quei meccanismi e quelle strutture che limitano l'esercizio dell'attività dell'attore e la partecipazione del pubblico agli spettacoli. P.zza San Giovanni, di fianco al Duomo, fino al 17/07, alle 22, offerta libera.

S. Schiva City, 4 luglio 2006

 


 

 


Nasce ufficialmente a Torino il primo Teatro Stabile di Strada, con tanto di marchio registrato. Lo ha inventato l' attore Marco Gobetti del gruppo Il Barrito degli Angeli.
E' un modo originale per contrapporsi ai circuiti spesso chiusi del teatro tradizionale, affermando la propria voglia di fare teatro. Nonostante il concetto della stanzialità per un arte mobile per eccellenza possa sembrare contraddittorio, qui regole precise avallano la sincerità del nome.
La stabilità consiste nello stesso luogo, stessa ora, per più giorni consecutivi. Non c'é biglietto d'ingresso, solo offerte libere a cappello.Prima apparizione dal 3 al 17 luglio: tutte le sere alle 22 presso il numero civico 2 di Piazza San Giovanni sarà replicato il monologo "Voglio un pappagallo: il prezzo della vita di un uomo".
E' un testo di prosa che dura un'ora, surreale vicenda di una fuga alla ricerca delle proprie radici: ha un'impianto scenico ovviamente semplice, telo nero sul fondale, due luci, un attaccapanni ed una sedia. E' però un racconto avvincente e ben recitato: Marco Gobetti lo ha già presentato in spazi teatrali come l'Officina Caos alle Vallette.
Questo progetto andrà in tournée, se altri comuni vorranno ospitarlo, in un'ottica di antico mecenatismo, offrendo all'interprete vitto e alloggio o solo alloggio. L' attore continuerà a replicare fino a quando gli introiti gli consentiranno di sopravvivere, poi si sposterà in altre piazze.

www.teatro.org, 16 giugno 2006

 


 

 


“Insostituibile alternativa per chi vuole andare a teatro ed ha dei bimbi piccoli”, oppure “Siamo arrivate in ritardo ma ci è piaciuto! Grazie per il caffè che ci stai facendo”. Lo scrivono gli spettatori su un quaderno appoggiato ad una sedia a poca distanza dallo spazio scenico, qualche metro di selciato limitato da cuscini, ma la gente si siede volentieri per terra. Di fronte, illuminato da tre lampade a gas che ondeggiano per l'incipiente temporale, c'è l'autore ed attore Marco Gobetti, che ha inventato, primo al mondo, il «Teatro Stabile di Strada». Recita un suo pezzo che non ha nessuna affinità con il concetto usuale di teatro di strada, è un assolo surreale, un saltabeccare tra fittizi ricordi; alla fine, tra le parole, si scorgono le ombre delle torri gemelle. «Il replay lo riportava su! Non c'è dignità!». Dopo, Marco offre il caffè a chi lo vuole, chiacchiera; il pubblico si ferma e lo ricompensa, «a cappello», cioè con un'offerta libera deposta nel copricapo rovesciato. Una sera uno spettatore coraggioso lo ha addirittura riparato dalla pioggia, consentendogli di terminare la pièce.
E’ protetto da copyright, ma è l'unico aspetto ufficiale di una geniale avventura, alla seconda «stanzialità» da oggi a lunedì (ore 21.30) in piazza San Giorgio a Chieri. Marco Gobetti, della compagnia Barrito degli Angeli, replica il monologo Voglio un pappagallo - Matthew Smith: il p(r)ezzo della vita di un uomo. Una pacifica rivoluzione nello stantio mondo del teatro. Deriva dall'esigenza di un teatrante che vuole raggiungere un pubblico più vasto possibile, diverso per estrazione sociale ed età, libero di partecipare. «Obiettivi impossibili da raggiungere grazie alla sola distribuzione consueta», spiega. Allora, con un carretto che porta l’esangue scenografia, rivolgendosi ai comuni ai quali chiede, nello spirito del progetto e in un’ottica di mecenatismo illuminato, vitto e alloggio (chiede, non pretende), Marco è partito, ha recitato per due settimane accanto al Duomo di Torino, anche durante i Mondiali, incontrando sempre qualcuno curioso di sentirlo. “Alla base – spiega – c’è la motivazione artistica di accrescere la mia esperienza, potenziando lo scambio di energie, recuperando l’antica figura dell’attore costretto a lavorare sempre per nuovi interlocutori. Il pubblico della strada è in sommo grado partecipe, può permettersi di guardarti negli occhi, tu non sei protetto dal palco o dai fari: volevo anche provare il mio coraggio”.
Marco Gobetti non millanta, è un professionista (sarà all'Out-Off di Milano in autunno con un altro monologo), recita attualmente con la compagnia Leart' diretta da Leo Muscato (in Nati sotto contraria stella). Il «Teatro Stabile di Strada» l'ha creato anche in omaggio ad un rimpianto maìtre a penser, traduttore e docente, Gian Renzo Morteo, che credeva in un teatro incentrato sull'attore e scriveva: «Essere ascoltati: una conquista, non un presupposto, tanto meno un diritto». Il «Teatro Stabile di Strada» sarà a settembre ad Asti e Alba, per sperimentare città di varia dimensione. Il primo municipio a sposare in toto il progetto è Montelupone, in provincia di Macerata, dove Voglio un pappagallo sarà rappresentato a fine agosto, con vitto ed alloggio garantiti dall'ente. Lo «Stabile di Strada» ha anche il merito di smontare un pregiudizio: non è sempre vero che il teatro costa, c'è un'offerta ampia per tutte le tasche, serve solo il desiderio di scoprirla. Perché il copyright? «Mi sembrava un salto nel vuoto e mi premeva ratificarne la nascita con un marchio, anche per confortarmi. Mi sono accorto poi che, grazie soprattutto alla stampa e ai mezzi telematici, non ero solo». Anzi.

Maura Sesia La Repubblica
, 29 luglio 2006


 

 

Intervista di Daniela Arcudi a Marco Gobetti:  http://www.winniekrapp.it/klp/gobetti.htm

 


 

Martedì 11 settembre 2007 viene trasmessa un’intervista a Marco Gobetti durante la trasmissione “Cercando Amleto” della Radio Televisione Svizzera Italiana: la puntata di “Cercando Amleto” dell’11 settembre è dedicata al Teatro stabile di strada® e si intitola “Una mobile stanzialità”.

“Cercando Amleto
Una mobile stanzialità
Rete Due - martedì 11 settembre 2007, ore 11:00
a cura di Sabrina Faller

Sembra una contraddizione in termini, invece il Teatro Stabile di Strada di Marco Gobetti è una realtà, un modo di ripensare radicalmente il teatro.
Via le scene, le luci, i costumi. Restano l’attore e il testo. Il palcoscenico è la strada, gli spettatori i passanti che decidono di fermarsi, gli attori vivono dei soldi ricavati a cappello. I testi sono quelli presentati dagli stessi attori nei teatri ufficiali. Un progetto audace, difficile, affascinante”.  Dal sito web della RTSI (Radio Televisione Svizzera Italiana) - Settembre 2007 -

 


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